Le quattro “R” dell’innovazione frugale

Un vademecum per le organizzazioni che vogliono innovare in modo inclusivo e sostenibile seguendo 4 parole chiave: riutilizzare, ricombinare, reimpiegare, rapidità.

Le quattro “R” dell’innovazione frugale

In un momento storico in cui si cercano continuamente nuove risposte – rapidi ed efficaci – all’attuale emergenza sanitaria, l’innovazione frugale diventa un punto di riferimento essenziale per contenere la diffusione dei contagi anche in aree con risorse limitate. Prima di approfondire le regole delle soluzioni frugali, vediamo quali sono le idee errate più comuni legate a quasto processo.

  • Innovazione frugale come sinonimo di scarsa qualità. È essenziale che le soluzioni individuate siano sicure, soprattutto se si parla di sanità e salute, un ambito in cui anche solo un processo errato può causare gravi conseguenze su tutta la comunità. Si parla di innovazione frugale solo quando si raggiunge alta qualità a basso costo.
  • Innovazione frugale come sinonimo di basso contenuto tecnologico. Le soluzioni frugali utilizzano risorse già presenti sul territorio, ma talvolta sono proprio le tecnologie a essere riadattate a nuovi processi di innovazione. Basso costo di produzione non significa necessariamente mancanza di elementi avanzati.

Cosa si intende quindi per innovazione frugale? In questo articolo, pubblicato sulla rivista trimestrale Stanford Social Innovation Review, sono elencate le quattro “R” dell’innovazione frugale, ovvero le parole chiave che identificano questo approccio: riutilizzare, ricombinare, reimpiegare, rapidità. Si tratta dei punti cardinali che aiutano le organizzazioni a orientarsi innovando in modo inclusivo e sostenibile.

 

Credits: Stanford Social Innovation Review (https://ssir.org) – Yasser Bhatti, Jaideep Prabhu e Matthew Harris

Riuso

Reuse

Riuso è il processo di riadattare una risorsa esistente e presente in abbondanza per finalità differenti da quelle iniziali. Si tratta di risorse spesso antiquate o in disuso che possono essere riutilizzare senza (o con scarse) modifiche.

Un esempio legato all’emergenza attuale è l’idrossiclorochina, farmaco antimalarico che è stato usato come trattamento sperimentale per il Covid-19. Nonostante non sia ancora chiara l’efficacia (e neppure gli effetti collaterali), il principio alla base della sperimentazione segue un approccio di riuso: recuperare qualcosa di superato e utilizzarlo in altri contesti per affrontare nuove sfide. Con lo stesso principio, contro il Coronavirus si è sperimentato anche il desametasone, al momento considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come potenziale salvavita per chi è in condizioni critiche.

Reimpiego

Repurpose

Il principio del reimpiego si basa sulla possibilità di sfruttare un investimento per modificare una risorsa di valore e adattarla ad altre finalità in risposta a un nuovo contesto.

Durante l’emergenza nella provincia di Bergamo, la valvola Charlotte realizzata con la stampante 3D ha permesso di reimpiegare la maschera da snorkeling prodotta da Decathlon trasformandola in una maschera di emergenza per supportare la respirazione dei pazienti ricoverati.

Ricombinare

Recombine

Ricombinare significa unire risorse provenienti da diversi ambiti e industrie attraverso un processo di fusione e ibridazione.

Una delle immagini simbolo delle prime settimane dell’epidemia a Wuhan è stato la costruzione di mille letti di ospedale in soli dieci giorni. La corsa contro il tempo è stata possibile perché sono state ricombinate tecniche di costruzione di prefabbricati solitamente utilizzate dal settore edile per i quartieri residenziali in rapida crescita.

Rapidità

Rapidity

Grazie al fatto che molti di questi principi partono da qualcosa di preesistente e lo adattano a nuovi contesti, è possibile (e anche necessario) che le soluzioni nate dai processi di innovazione frugale siano applicate in modo rapido. Proprio per questo, le soluzioni frugali sono essenziali nelle situazioni di emergenza come quella attuale.


Il concetto di innovazione frugale si è diffuso negli ultimi anni anche grazie al lavoro di divulgazione di Navi Radjou, innovatore e autore di origini indiane che ha reso popolare il termine jugaad, parola hindi che indica una soluzione improvvisata che nasce dalle avversità.

Durante il suo intervento in occasione del TEDGlobal 2014, Navi Radjou spiega come i principi dell’innovazione frugale, sebbene siano nati nei mercati emergenti dove le risorse sono limitate, siano sempre più utilizzati anche nei settori profit e nelle industrie occidentali proprio per la loro natura sostenibile e inclusiva che permette di realizzare prodotti a basso costo e senza sprechi.

Le idee alla base dell’innovazione frugale dimostrano come per innovare sia importante osservare l’esistente da nuovi punti di vista: non si deve creare necessariamente un prodotto da zero per avere un impatto sulla comunità, anzi, la sostenibilità dell’innovazione si basa anche sulla capacità di utilizzare e modificare le risorse disponibili.

Chi mette in pratica l’innovazione frugale è come un alchimista: può magicamente trasformare le avversità in opportunità.
– Navi Radjou