Mobile Health, 4 casi di successo in Africa in risposta al nuovo Coronavirus
Chat automatiche per diffondere informazioni verificate. Sistemi di formazione a distanza per il personale sanitario. Applicazioni open-source per la mappatura dei casi. Ecco le soluzioni più innovative di mHealth.
Mentre il COVID-19 inizia a diffondersi nel continente africano, diversi paesi stanno rispondendo con soluzioni innovative, che fanno leva su applicazioni di Digital Health. Su questo fronte, paesi come la Liberia, il Kenya, la Nigeria e il Sudafrica hanno molto da insegnare al resto del mondo: le applicazioni di mHealth (salute mobile) non sono una novità; alcune di queste, poi, sono già state sperimentate in contesti di emergenza sanitaria (come Ebola e Zika).
Dagli account WhatsApp che sfruttano l’intelligenza artificiale ai sistemi evoluti di contact tracing, passando per le piattaforme per formare a distanza il personale sanitario, ICT works ha raccolto alcune buone pratiche da seguire, a cui aggiungiamo anche il progetto Leap realizzato da Amref.
COVID-19 Connect, informazioni su WhatsApp in Sudafrica
Si chiama COVID-19 Connect ed è un servizio lanciato in Sudafrica per offrire ai cittadini una helpline su WhatsApp con informazioni tempestive e accurate sul nuovo Coronavirus.
Il servizio è stato sviluppato sulla piattaforma Turn.io, che permette di creare e gestire chat automatiche: gli utenti inviano le loro domande e, attraverso un sistema di intelligenza artificiale, COVID-19 Connect fornisce le risposte più accurate e precise. Il servizio è stato sviluppato insieme al National Department of Health e diffonde solo informazioni che sono state validate anche dal WHO.
Nei primi giorni dal lancio, COVID-19 Connect ha gestito chat con oltre 1,5 milioni di utenti per un totale di 15 milioni di messaggi. “COVID-19 Connect ci dimostra come si possono introdurre innovazioni di successo durante un’emergenza sfruttando i sistemi che già esistono”, scrive ICTWorks.
WHO ha lanciato un servizio simile di Health Alert su WhatsApp con l’obiettivo di raggiungere un pubblico potenziale di 2 miliardi di cittadini in 4 lingue diverse.
Formazione mobile in Kenya con Leap
“Una piattaforma di mHealth progettata in Africa, per l’Africa”. Cosi Amref presenta il progetto di mobile health sviluppato prima dell’emergenza COVID-19 e ora adottato dal governo in Kenya come strumento di risposta all’epidemia. Leap è una piattaforma di e-learning mobile rivolta agli operatori sanitari che, tramite tecnologie leggere come Sms e file audio, punta a “ridurre la disinformazione all’interno delle comunità locali, migliorare la sorveglianza, la diagnosi anticipata e le cure, e monitorare la diffusione della malattia”.
Ad oggi Leap può contare su 74.000 operatori sanitari iscritti, con circa 3.500.000 membri di famiglie raggiunti. Come ha spiegato Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa-Italia, “La fortuna è che la piattaforma è già in piedi e permette di sopperire al contatto fisico, ovvero quello che attualmente è il più grande ostacolo”.
mHero, risposta rapida in Liberia
Creata dall’Unicef e IntraHealth International nel 2014 durante l’emergenza Ebola, mHero è un’app che mette in comunicazione le autorità sanitarie con gli operatori sul campo, permettendo di raggiungere anche quelli situati nelle aree più remote. Il governo della Liberia sta usando mHero come piattaforma di sorveglianza e risposta rapida sulla diffusione del nuovo Coronavirus. Ogni ambulatorio può condividere informazioni con le autorità del distretto locale fino ad arrivare al Ministero della Salute.
Contact tracing in Nigeria con CommCare
Si focalizza invece sul “contact tracing” l’applicazione open source sviluppata da Dimagi per fornire uno strumento veloce di mappatura e investigazione dei casi di Coronavirus.
L’app si basa sul protocollo ufficiale rilasciato dal WHO e presto sarà disponibile in 7 lingue. Nelle prime 24 ore dal rilascio, oltre 200 organizzazioni della Nigeria vi hanno fatto accesso. Ora anche le autorità del Sierra Leone hanno iniziato a introdurre questa app per mappare la diffusione del virus nel paese.
In questo caso diventa evidente il valore aggiunto delle tecnologie open source: in contesti di emergenza permettono un’adozione su larga scala e con tempi ridotti.